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La IUI: l’inseminazione intra uterina

La IUI, acronimo di Intra Uterine Insemination, è una tecnica di procreazione assistita considerata poco invasiva, in quanto si basa principalmente sul principio di introdurre il liquido seminale, opportunamente trattato e preparato, direttamente all’interno dell’utero per mezzo di un sottilissimo catetere. Questa tecnica, praticamente indolore, permette di bypassare la cervice uterina ed il muco di solito qui presente che, in certi casi, risulta essere particolarmente ostile ed aggressivo nei confronti degli spermatozoi ed impedisce loro il passaggio.

L’Inseminazione Intrauterina è consigliata quando esistono condizioni di infertilità inspiegata, ovvero in quei casi in cui la coppia non riesce a concepire nonostante, apparentemente, nulla ostacoli l’evento, nei casi di lieve infertilità maschile e di disordini ovulatori o quando ci sono casi di endometriosi non grave.
La IUI si rivela, invece, inutile nei casi in cui esistano problemi tubarici, in quanto è necessario che le tube siano aperte e funzionanti per poter accogliere l’incontro tra spermatozoo ed ovulo, o ci siano oligospermie severe, poiché sono necessari almeno 6-8 milioni di spermatozoi mobili e sani perché possa avere successo.

Molto semplicemente questa tecnica consiste nell’inserire un campione sufficiente di spermatozoi di buona qualità direttamente nella cavità uterina esattamente il giorno dell’ovulazione per facilitare l’incontro tra i due gameti e far avvenire la fecondazione naturalmente.
Affinché ciò possa accadere nel miglior modo possibile, il liquido seminale, che viene raccolto poche ore prima dell’intervento, viene opportunamente trattato in laboratorio, attraverso un procedimento che prende il nome di capacitazione, in modo da selezionare gli spermatozoi più resistenti e sani, i quali vengono subito introdotti direttamente nell’utero della donna.
Ovviamente il ciclo mestruale di quest’ultima deve essere monitorato attraverso ecografie e dosaggi ormonali al fine di poter identificare il momento esatto dell’ovulazione. Spesso quest’ultima viene stimolata con un blando ciclo di farmaci, al fine di ottimizzare la maturazione del follicolo ed il suo scoppio. L’ecografia transvaginale è, inoltre, necessaria per verificare il numero di follicoli che si sono ottenuti, perché se sono più di tre si corre il rischio di dare luogo a gravidanze multiple.
L’inserimento del campione di liquido seminale avviene tramite un sottilissimo tubicino che non arreca nessun fastidio e nessun effetto collaterale.

Sono molte le variabili che concorrono a determinare il successo dell’operazione: età della madre, qualità del liquido seminale, qualità dell’ovulo e tipo di stimolazione ormonale a cui ci si è sottoposti. Le percentuali di successo variano da un 5% nel caso di un ciclo spontaneo e non stimolato ad un 25% in caso di madre giovane ed ottima qualità del seme.

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