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Batteri resistenti agli antibiotici? Allattare al seno protegge i neonati.

Sono chiamati superbatteri e sono nemici numero uno presenti e futuri. Si tratta di germi resistenti che gli antibiotici attualmente sul mercato non riescono a sconfiggere. Il fenomeno è così grave che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ipotizza che da qui al 2050 saranno responsabili di almeno 10 milioni di decessi annui. Cosa possiamo fare? Un nuovo studio evidenzia come allattare al seno per 6 mesi protegga i neonati dai superbatteri intestinali.

Cerchiamo di capire qualcosa in più su questo gesto naturale che può fare davvero la differenza nella vita del nostro piccolo.

Allattare al seno: un motivo in più

Ancora una volta si parla degli aspetti positivi di allattare al seno. La ricerca arriva dall’Università di Helsinki ed è stata divulgata su Nature Communications. Questa pubblicazione aperta al pubblico veicola contenuti di alta qualità nei campi della biologia, della salute, della chimica e delle scienze.

Il campione, 16 mamme con 16 figli, è stato analizzato in modo molto approfondito. L’attenzione è stata posta sul latte materno e sulle feci, per ricercare quei particolari geni resistenti agli antibiotici. Questi geni sono responsabili di trasformare i micro-organismi in superbatteri impossibili da attaccare. Questi, passando da un batterio all’altro, rendono molto complesse le possibilità di superare un’infezione con gli antibiotici oggi sul mercato.

Il latte materno, come già si sapeva, è un concentrato di geni di resistenza che inevitabilmente vengono trasferiti al neonato. Tuttavia, si è notato che i bambini allattati per 6 mesi hanno nel loro intestino una quantità di batteri resistenti inferiore a quella presente nell’intestino di bambini allattati al seno per un periodo minore oppure con il biberon.

Perché l’allattamento difende i piccoli dalle infezioni resistenti agli antibiotici?

I motivi per i quali il latte materno sembra in grado di proteggere dalle infezioni sono numerosi. Prima di tutto l’ipotesi è che gli zuccheri presenti nel latte materno funzionino in un certo senso come alimento per i batteri benefici intestinali (bifidobatteri). Questo fa sì che i “batteri buoni” si sviluppino meglio rispetto ai batteri resistenti.

Anche l’allattamento parziale ha mostrato risultati sorprendenti. L’aspetto positivo, infatti, è che anche i neonati allattati con un abbinamento di latte materno e latte in polvere avevano una ridotta quantità di batteri resistenti.

Allattamento e antibiotici

Molte mamme durante il travaglio sono costrette a seguire una terapia antibiotica. Il motivo più ricorrente è l’infezione da streptococco, pericoloso anche per il benessere del piccolo. Gli antibiotici possono essere somministrati anche quando passano molte ore tra la rottura delle acque e le fasi del travaglio.

In questi casi il trattamento antibiotico nella mamma elimina tutti i batteri nell’intestino, meno quelli resistenti che sono così passati al neonato. I “batteri cattivi” hanno un vantaggio sugli altri e proprio per questo motivo nell’intestino di questi bambini sono presenti più batteri resistenti che possono rimanere silenti per molto tempo per poi scatenare un’infezione e passare la resistenza ad altri germi. Ecco perché è importante evitare il fai da te e non assumere antibiotici in gravidanza a meno che non sia il medico ad aver stabilito la necessità. Inoltre, da questo studio si comprende come sia fondamentale allattare al seno per rendere meno vulnerabili alle malattie i nostri piccoli.

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